Nuove attività al museo

13 gennaio 2010

Il  “Bonfanti-VIMAR” traccia i solchi del  nuovo,  proseguendo  con l’inedita rassegna “Carioche e Trattori”, dove in una miscela di storia, costume e tecnica si possono ammirare anche  curiosi attrezzi da lavoro del  mondo agricolo in un uso in un passato recente, che fanno da cornice a imponenti mezzi da lavoro.
Dal  passato emergono frammenti di inventiva che hanno permesso all’uomo di costruire questi mezzi particolari e curiosi,  a metà tra il divertente e …l’occorrente. Le disponibilità economiche del dopoguerra erano a zero ma la fantasia e il “made in Italy”  permisero di superare un momento storico di assoluto stand-by. Il fenomeno di trasformazione di alcune vetture in macchine agricole, fu tipicamente italiano ed oggi questi pezzi compaiono illustrati e raccontati,  in testi che rivalutano la loro storia ed unicità. Lo storico Willian Dozza che assieme a Tonino Lamborghini ha curato l’introduzione del catalogo della mostra, assicura che vederli così ben conservati, radunati, e selezionati in diversa tipologia di marca e provenienza, affascina e appassionata anche il collezionista più esperto. Lo sviluppo della tecnologia che meccanizzò l’agricoltura, aprì un ventaglio di opportunità che molte Case di diversi paesi europei colsero al volo. In Italia le Case produttrici furono oltre cinquanta, prima fra queste la Fiat, le locali Laverda, Carraro ecc. Parlando di Fiat  al “Bonfanti-VIMAR” è possibile ammirare un trattore Modello 700 del 1926  i cui esemplari esistenti ad oggi sono appena una decina. Questa macchina risultò essere all’avanguardia, più leggera e più corta delle precedenti versioni, con motore più piccolo, sviluppava prestazioni davvero ottime. Di nuovo c’erano soprattutto le valvole in testa, una soluzione che fino a questo modello, Fiat non aveva mai adottato né sulle auto né sugli autocarri. Altra novità del  modello 700 era costituita dall’alimentazione a nafta, in un’epoca in cui non era così facile usare il petrolio senza rischi. Il segreto stava nel vaporizzatore che consisteva in due condotti di aspirazione distinti e ben congegnati.
Il trattore Fiat 700 fu progettato e sviluppato sotto la direzione tecnica di Carlo Cavalli, avvocato con la passione per la meccanica, eclettico progettista di automobili di successo come la Tipo 1 e  suoi derivati di autocarri militari.
Un trattore una storia, come le molte e varie che il “Bonfanti-VIMAR” presenta e racconta con ogni esemplare di veicolo. E per chi vuol passare dalla curiosità all’operosità, sono aperte le iscrizioni al nuovo corso di restauro di veicoli d’epoca, rivolto sia agli operatori sia agli appassionati del settore, che il Museo dell’Automobile “Bonfanti-VIMAR” propone con calendario febbraio/marzo, tutti i sabato a partire dal  27 febbraio per concludersi il 27 marzo.
Il nuovo percorso formativo , si svilupperà per un totale di 36 ore articolate in cinque lezioni. Com’è consuetudine i docenti, saranno presentati  agli allievi all’apertura del corso dal  presidente della Fondazione Museo dell’Automobile “Bonfanti-VIMAR” Nino Balestra, che saprà illustrare a quanti si affacciano al mondo di restauro, le regole fondamentali di un corretto approccio a questa tecnica  laboriosa.
Seguiranno lezioni dedicate al restauro della carrozzeria, della pianificazione della sua procedura, delle ricerche comparative, dei concetti di lamierista o lastratore, verniciatore, ebanista e tappezziere. Il corso si concluderà con una lezione dove si parlerà degli accessori, del loro ripristino e/o ricostruzione, della nichelatura e cromatura. Una carrellata teorica completa che saprà arricchire i partecipanti di nozioni preziose per addentrarsi nelle fasi delicate di un restauro. Accompagnerà il corso il testo “Il collezionista di Automobili”, di Giorgio Marzolla, scrittore e giornalista esperto del settore motoristico.

Uno…scoiattolo al Museo

2 dicembre 2009

Tra le varie curiosità della mostra “Carioche e Trattori” si è intrufolato uno scoiattolo,  non a quattro zampe ma a quattro ruote che non va nè per boschi né per campi. Si tratta di un  simpatico trattorino anni cinquanta costruito dalla “Peschiera & Folli” ditta di Casalmaggiore, di per sé poco noto ma che  trovò largo  impiego nelle fornaci, adatto a  trainare carrelli carichi di mattoni o tegole ed altri materiali. Per le sue ridotte dimensioni non venne mai usato in agricoltura  per l’aratura o lavori simili ma quasi esclusivamente come traino di  carri di piccola taglia. Le sue misure ridotte però gli consentivano di muoversi con molta agilità, di essere estremamente maneggevole, piuttosto pesante in rapporto alle misure, proprio per avere un grande grip al suolo.
Questo modello appartiene ad un appassionato collezionista bassanese, Vittorio Bertozzo, che ha collaborato all’allestimento della mostra assieme a  diversi appassionati del Club Amici Tradizioni Contadine Venete” che unitamente all’Associazione Culturale Siriola di Romano d’Ezzelino, e altri vari collezionisti, tra cui Silvano Tagliaferro, hanno  permesso un allestimento originale per mezzi e per ambientazione. Tradizioni di antichi mestieri, utensili  da lavoro ed attrezzatura  di ricambio si alternano in un simpatico quadro agreste, dove la macchina, trattore o carioca che sia, mostra come  ha saputo trasformare la storia dell’agricoltura. Un’era nuova per tanti  nostri avi, che sembrano comparire fra le gigantografie a parete proponendo momenti di duro lavoro o vestiti a festa per l’occasione di una foto ricordo. Frammenti di civiltà contadina dove l’uomo contava  sui frutti della terra prodotti dal lavoro manuale.
Allo “scoiattolo” fanno da sfondo alcune particolari opere dell’artista artista   polivalente   Antonio Zilio di Altivole ( Tv) autore di  questi  lavori denominati “case rurali” realizzati con tecnica  mista;  ciuffi di paglia, policarbonato, plexiglass, figure di animali e colori ad olio su legno. Facce di case astratte, linee geometriche, muri corrosi, finestre mute di un mondo che va scomparendo davanti alla tecnologia  senz’anima del terzo millennio.
Da oggi a ieri in un’alternanza di storia e cultura, dal mezzo minino al  mastodontico “ International Titan” del 1920, passando per case produttrici  italiane, tedesche, inglesi e  anche per  Lamborghini che produsse nel 1947 la carioca “Lamborghini Morris” nata proprio  per mano di Ferruccio Lamborghini che forte dell’esperienza accumulata durante la guerra, dopo aver acquistato un a camionetta presso un centro ARAR, (azienda recupero alienazione residuati) la sera stessa davanti alla sua officina, disegnò per terra il trattore che voleva costruire. Nacque così la carioca “Lamborghini” che il costruttore stesso presentò alla festa del paese nel giorno di San Biagio riuscendo a venderne ben undici pezzi. Il prototipo è esposto  al “Bonfanti-VIMAR”su gentile concessione del Centro Polifunzionale Ferruccio Lamborghini Museum di Dosso (FE).
Un Museo, tante storie e tante proposte. Il “Bonfanti-VIMAR” oltre che per le sue tematiche, è a disposizione per  meeting aziendali, congressi o momenti di conviviale incontro. Un accurato servizio di caatering può organizzare per club o gruppi a partire da trenta persone, piacevoli cene con posti a sedere proprio tra i mezzi esposti. Vi aspettiamo nel nostro museo, nel cuore del Veneto, per raccontarvi spaccati di storia, tecnologia e costume.

carioche e trattori