Il Museo dell’Automobile “Bonfanti-VIMAR”, autore della citazione: “…il futuro è di chi ha una storia da raccontare” con la prestigiosa rassegna “Galleria del Motorismo, Mobilità ed Ingegno Veneto”, di storie ne racconta diverse, tutte comunque storicamente documentate e di rilievo. Una, in particolare riguarda un temerario aviatore nato a Thiene nel 1895. Arturo Ferrarin: Valoroso pilota da caccia della prima guerra mondiale, prese parte al raid Roma – Tokio, la sua impresa più nota, con un vecchio SVA assieme al motorista Gino Cappannini. 18.000 km. a tappe con difficoltà inenarrabili, per complessive 109 ore di volo.
La partenza avvenne il 14 febbraio 1920 dall’aeroporto romano di Centocelle assieme ad un altro SVA pilotato da Guido Masiero, mentre altri piloti erano partiti prima.
Smirne, Bagdad, karachi, Delhi, Calcutta, Bangkok, Canton, Shangai, Pekino, Osaka, sono solo alcune delle tappe che portarono Arturo Ferrarin a Tokio dove giunse il 31 maggio alle ore dieci.
Masiero era fuori gara per avere percorso un tratto in nave, gli altri piloti tutti ritirati.
Ferrarin venne accolto da trionfatore e paragonato a Marco Polo: il primo giunto in Cina via terra ed il primo arrivato in volo, entrambi veneti.
Nel 1928 con un idrovolante Savoia – Marchetti S.64 conquistò il primato mondiale di durata ed il primato di distanza senza scalo da Roma a Touros (Brasile) percorrendo in 49 ore e 19 minuti7188 km.
Morirà nel 1941 collaudando un velivolo sperimentale all’aeroporto di Guidonia.
Un boeing 767 dell’Alitalia porta oggi sulla carlinga il nome Arturo Ferrarin.
Per quando esposto al “Bonfanti-VIMAR”, elica, strumenti, lettere, ritratto ecc. di Arturo, si ringrazia la Famiglia Ferrarin nello specifico i Signori, Mario,Robertoe Carlo Ferrarin che hanno gentilmente messo a disposizione questi cimeli originali.